Ogni viaggio una storia da raccontare


Sono un appassionato di Giappone e della cultura giapponese, affascinante sotto certi aspetti, incomprensibile sotto altri.

Mi sono avvicinato moltissimo alla cultura giapponese leggendo manga (fumetti giapponesi) negli ultimi 4 anni, innamorandomi delle tradizioni così romantiche di questo popolo. Non che la nostra Italia non ne abbia ma, nel tempo alcune le abbiamo perse, altre le stiamo perdendo. Ma già quando ero un bimbo e guardavo i cartoni animati rimanevo affascinato dal loro modo di vivere, diverso dal nostro.

2 anni fa decisi di visitare questo paese partecipando ad un tour organizzato, senza che sapessi parlare la loro lingua mi ci sono tuffato senza pensarci troppo.

Quando sono arrivato, l'emozione che ho provato è ancora oggi indescrivibile, perché tutto quello che avevo visto sui manga e nei cartoni animati all'improvviso era realtà ai miei occhi.

Un po' come se una fiaba diventasse vera.

La prima città che ho visitato è stata Tokyo, la grande capitale, quella che i miei sensei chiamano il paese dei balocchi. E questo lo posso confermare. Si, perché è un enorme parco divertimenti, con grattacieli altissimi, insegne luminose che illuminano a giorno le strade, tantissimi locali di karaoke e sale giochi, macchinette distributrici di bevande posizionate ad ogni angolo di strada, Negozi aperti 24h (Donki Hote) e i famosissimi Konbini che spuntano come funghi (piccoli discount aperti 24h). Ciò che per noi possa sembrare strano per loro è normale.

I giapponesi non sono un popolo serio? Oppure, siamo noi che non sappiamo divertirci?

Penso entrambe le cose.

Girando per la città si può vedere un centro commerciale che sembra un cellulare.



Entrarci dentro e trovarci una pista per automobiline con motorino elettrico.

Oppure entrare in un bagno e trovare un orinatoio (pulitissimo) con un videogioco.

Cose strane ma divertenti.

Tokyo non offre solo cemento e modernità. Ciò che ai giapponesi riesce meglio è conciliare il progresso con la natura. Anche loro hanno bisogno di rilassarsi, e tra i grattacieli spuntano enormi parchi con laghetti e templi annessi per pregare. Qui si può ammirare quel poco di Giappone tradizionale.

La seconda città che ho visitato è Kyoto e l'ho raggiunta con il treno proiettile della linea Shinkansen. Kyoto di moderno ha poco da offrire, la parte più tecnologica è quella attorno alla stazione ferroviaria. Appena ci si allontana un po' si comincia a vedere il vero Giappone, quello che rende effettivamente i paesi orientali diversi da quelli occidentali, ovvero gli edifici.

Ha moltissimi templi da visitare e per poterli vedere tutti bisognerebbe passarci dei mesi.

Da quando sono tornato a casa non facevo altro che pensare a questo paese, tant'è che avevo deciso di iniziare ad imparare la lingua giapponese così da poter comunicare proprio con i giapponesi. Continuo ancora adesso a studiare questa lingua affascinante e complessa. 

Nel frattempo sono tornato a visitare di nuovo il Giappone, e ho provato ad accompagnare un piccolo gruppetto di persone. Mi è piaciuto poter portare in giro queste persone, far vedere luoghi e raccontare alcuni argomenti inerenti alla loro cultura.

Ho deciso di organizzare questi tour perché mi piacerebbe far vedere questi luoghi e raccontare la cultura giapponese a tante altre persone.

Per questo la scelta del nome del tour è caduta sulla parola "monogatari", che in giapponese significa "storia, racconto", perché così anche le persone che parteciperanno, a loro volta, potranno raccontare questa splendida avventura in questo paese.

Scegliete il "Monogatari tour" e non ve ne pentirete!


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